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Autore Topic: Flak ci racconta la guerra in Siria  (Letto 15211 volte)
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Flak
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« Risposta #45 il: 05 Giugno 2017, 19:27:28 »

Secondo l'Arabia Saudita il Qatar finanzia i terroristi di Al Qaeda, dell'ISIS, i fratelli mussulmani e pure i terroristi filo-iraniani (non meglio specificati, presumibilmente si riferisce ad Hamas/Hezbollah). Cioè tutto e il contrario di tutto, gruppi terroristici nemici giurati tra di loro. Strano che non ci hanno messo in mezzo anche le FARC colombiane ...

La verità della crisi è un'altra, ovvero che il Qatar ha deciso di affrancarsi dalla politica egemonica dell'Arabia Saudita e sta cercando di ritagliarsi un proprio ruolo come potenza regionale, contestando la retorica anti-sciita che da anni fa da collante tra le monarchie del golfo e allacciando nuovi rapporti con l'Iran. Lo dimostrano gli accordi bilaterali in Siria con l'iran, senza passare per il fratello maggiore, l'Arabia saudita. E la verità è che ovviamente ai sauditi non può fregare di meno di chi finanzia quale gruppo terroristico, l'importante è che non vada contro i propri interessi economici e geopolitici, tipo in Yemen.

Nessuno sa cosa si siano detti Trump e il re saudita, il primo incontro diplomatico del neo presidente USA, ma difficile che si aspettasse come conseguenza la rottura dei rapporti diplomatici dell'alleato con il Qatar, dove risiede la principale base aerea americana per operazioni anti-isis. Una bella gatta da pelare.

Comunque quando si dice che i paesi europei e quelli mediorientali appartengono ad epoche diverse lo si vede anche da queste cose. In Europa un rottura avrebbe comportato anni di tavole rotonde, commissioni, dibattiti, referendum, trattative ... questi in un giorno hanno già chiuso le ambasciate e dato due settimane di tempo ai qatariani per lasciare il paese.
« Ultima modifica: 07 Giugno 2017, 23:41:52 da Flak » Loggato

E Gesù rispose: Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito! Luca 11,46.
Flak
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« Risposta #46 il: 07 Giugno 2017, 00:37:10 »

La coalizione USA ha bombardato una colonna di governativi in avanzata verso i centri di addestramento dei ribelli supportati dagli americani. L'azione dell'esercito siriano seguiva l'attacco lanciato dagli stessi ribelli appena poche ore prima, lungo il confine della zona di de-escalation, con blindati e razzi.

L'area è quella semi-desertica meridionale, tra Damasco e il confine giordano. In questa zona operano i gruppi finanziati e addestrati dagli USA, quelli di cui parlavo poco sopra, che sotto minaccia di essere mandati a casa avevano condotto qualche azione di successo contro l'ISIS, poco o per nulla interessato a quell'area. Ora metà della regione è in mano ai governativi, che sono avanzati a scapito sia dell'ISIS che dei Ribelli, e sono continue le scaramucce con gli stessi.

I ribelli in oggetto sono gli eredi di quell'esercito di liberazione che nei piani degli USA, già cinque anni fa, doveva rovesciare definitivamente Assad. Al tempo questa fantomatica armata causò un vero e proprio scandalo negli USA, poiché a fronte di una spesa enorme (dell'ordine di centinaia di milioni di dollari) aveva prodotto alla fine ben 74 soldati pronti all'azione, che sfortunatamente si disciolsero al primo contatto (da lontano) con l'ISIS, alcuni passando direttamente nelle fila del califfato. Ora pare siano un po' meglio organizzati, anche se secondo molte fonti scarsamente motivati.
Di certo vi è che operano in una zona molto secondaria del conflitto, hanno un peso che è praticamente nullo rispetto ai ribelli islamisti delle zone calde. Non si capisce nemmeno perché gli USA ancora insistono a finanziarli, secondo la mia opinione solo per non ammettere che il progetto di creare un vero esercito ribelle è fallito ulteriormente.

L'altra notizia importante è l'assalto a Raqqa, su tre lati, da parte dei Curdi.
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Flak
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« Risposta #47 il: 20 Luglio 2017, 21:00:27 »

E' un po' che non scrivo qui, ma le novità principali sono a conoscenza di tutti. Mosul liberata, anche se fino a ieri ancora ci sono stati scontri con gruppi isolati dell'ISIS nella città vecchia, e l'assedio di Raqqa in lento ma costante progresso.

Quello che probabilmente non si legge sui media generalisti è che Assad sfruttando la mala parata dell'ISIS in siria ed iraq ha lentamente ripreso una grande fetta di paese, più che duplicando i territori sotto il suo controllo, tra queste alcune importanti zone petrolifere e le principali vie di comunicazione verso l'area petrolifera dell'eufrate, l'unico posto che l'ISIS ancora controlla saldamente. La linea dura di Trump finora si è dimostrata molto poco rappresentata sul campo, in pratica l'azione Russia/Iran/Assad procede speditamente, ed efficacemente, secondo gli ormai palesi piani di riprendere la siria orientale.

Altra cosa di cui si parla poco è che è ormai esplosa la guerra aperta tra le due principali fazioni ribelli che controllano la vasta area di Idlib, la più importante enclave ribelle, dove fino a qualche mese fa Assad impegnava il grosso delle forze. Le due grandi formazioni di riferimento, entrambe jihadiste, sono Ahrar al-Sham, che gode del favore della turchia, e Hay'at Tahrir al-Sham, gli ex Al Qaeda, che riscuotono un discreto successo politico nelle formazioni minori. Attualmente si stanno contendendo le città della regione a colpi di cannone, ma pare che nessun media gridi allo scandalo come succedeva quando sul campo c'era l'esercito siriano. La Turchia è ormai prossima all'intervento anche in questa regione.
« Ultima modifica: 20 Luglio 2017, 21:08:58 da Flak » Loggato

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« Risposta #48 il: 21 Luglio 2017, 10:11:05 »

sabato scorso che tornavo da Dubai, l'aereo Emirates è passato leggermente a destra di Mosul, probabilmente le società aeree non considerano più quelle zone come pericolose;
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Airo 1, Envie, A.V.A.G
Flak
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« Risposta #49 il: 06 Agosto 2017, 14:58:42 »

Mentre a Raqqa curdi e USA sono ancora impegnati casa per casa, e la liberazione della città procede più lentamente del previsto, l'avanzata di Assad e alleati verso l'interno sembra inarrestabile. Oggi è stata presa Al Sukhnah, crocevia strategico che l'ISIS ha difeso fino all'ultimo e porta di accesso a Deir-Ezzor, cioè alla regione petrolifera che rappresenta l'ultima ridotta del califfato. Ma l'avanzata di Assad si era già estesa a nord, minacciando DeirEzzor anche su quel fronte, circostanza impensabile fino a sei mesi fa.

Il progressivo collasso del califfato e il disimpegno USA nei confronti dei ribelli, che ormai è evidente a dispetto delle dichiarazioni ufficiali, stanno portando a ripetute defezioni nelle fila dell'FSA, nella regione ai  confini con la giordania dove gli USA hanno le basi di addestramento. Salire sul carro del vincitore, o presunto tale, è una pratica senza tempo. Si fanno sempre più insistenti le voci di un passaggio di quei territori al controllo Russo/alleati, cioè in pratica di un abbandono definitivo degli USA delle operazioni di terra contro Assad.
« Ultima modifica: 06 Agosto 2017, 15:00:58 da Flak » Loggato

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« Risposta #50 il: 04 Settembre 2017, 09:31:56 »

Assad e alleati sono arrivati alle porte di DeirEzzor e sono ad un passo dal rompere l'assedio dell'enclave che ha resistito quattro anni in territorio ISIS, dopo aver ripreso una larga fetta di paese e spazzato quasi tutte le sacche di resistenza nei luoghi dove il califfato ha regnato per anni. Molti si aspettano il crollo definitivo del'ISIS a breve, ma a dispetto delle continue perdite la resistenza è ancora accanita e i tempi si prefigurano non brevi.

Gli USA hanno ufficialmente intimato agli ultimi gruppi ribelli da loro sponsorizzati, quelli nella fascia desertica meridionale di cui parlavo sopra, di ripiegare in Giordania e lasciare il campo ad Assad. Anche la GB ha iniziato silenziosamente il ritiro delle forze speciali di terra da Al Tanf, crocevia strategico al confine Giordano, storica base logistica e di addestramento dei ribelli della coalizione USA. L'impegno di terra della coalizione USA resta pertanto limitato alla sola Raqqa, dove l'ISIS riesce ancora a tenere ca. un quarto della città, completamente accerchiato e senza alcuna speranza.
Si è quindi chiuso definitivamente il capitolo dell'appoggio occidentale sul campo ai ribelli anti-Assad e si inizia a delineare un nuovo scenario post-isis, ancora tutto da vedere.

In Iraq dopo la liberazione di Mosul la situazione si è andata consolidando. E' in preparazione, in tutta calma, l'offensiva verso la provincia di Kirkuk, sacca interna del califfato.
« Ultima modifica: 04 Settembre 2017, 12:05:14 da Flak » Loggato

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« Risposta #51 il: 05 Settembre 2017, 15:12:09 »

Due ore fa è stata annunciata la rottura dell'assedio di DeirEzzor, con il ricongiungimento delle forze d'assalto e quelle asserragliate da anni all'interno.
Sotto il profilo simbolico, ma anche militare, l'evento è più importante della liberazione di Palmira e molto vicino alla caduta di Aleppo e di Mosul.
Se l'ISIS non contrattacca a breve significa che è davvero arrivato al capolinea.
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« Risposta #52 il: 15 Settembre 2017, 21:22:58 »

La reazione dell'ISIS c'è stata, ma di nulla efficacia. Assad ha consolidato ed esteso la posizione su DeirEzzor. Nel frattempo pure i curdi si sono mossi, annunciando di voler raggiungere anch'essi la città, da nord, pressando l'ISIS sull'altro fronte e guadagnando parecchio territorio. Delle ipotetiche riserve che secondo alcuni l'ISIS avrebbe ammassato intorno all'eufrate al momento non vi è traccia.

In pratica ormai sembra una corsa nel contendersi le spoglie del califfato. La cosa certa è che per Assad raggiungere prima dei curdi le città a sud di DeirEzzor è fondamentale. La posta in gioco sono i pozzi petroliferi di Omar e Tanak, dove risiede il grosso della ricchezza petrolifera siriana.
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« Risposta #53 il: 28 Settembre 2017, 23:47:14 »

Oggi l'ISIS ha lanciato una grande controffensiva lungo tutta la direttrice che collega Palmira a DeirEzzor, oltre 100km. Le ultime notizie danno per caduti e di nuovo in mano al califfato tutti i principali centri di controllo governativo lungo l'asse che collega le due città.
Si tratta del maggior successo militare dell'ISIS dall'inizio dell'anno, se si consolida è in grado di rimettere in gioco il califfato e di stravolgere i piani di tutte le parti in conflitto, Assad e Russia in primo luogo.
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« Risposta #54 il: 29 Settembre 2017, 14:37:27 »

Oggi giornata di intensi scontri su tutta li linea di contatto ISIS - Assad, si susseguono notizie circa la cattura da parte del califfato di molte aree recentemente liberate dai governativi, comprese alcune che si pensava fossero ormai di retrovia. Assad sta spostando precipitosamente forze da Idlib, dove erano ripresi gli scontri con i ribelli ex Al qaeda, al deserto.
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