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Rod Bian
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« il: 29 Giugno 2021, 12:55:22 » |
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L'editoriale di luglio 2021
Icaro? Scuote la testa da lassù
“Operazione Icaro”, un nome che suona come uno sberleffo, visto che il mito di Icaro fa parte della nostra storia e del nostro immaginario, e visto che Icaro ancora oggi vola orgoglioso sulle insegne di molti velivoli, militari e civili. Un esempio per tutti l’Icaro alato che svetta nello stemma del Reparto Sperimentale Volo, il fiore tecnico all’occhiello della nostra Aeronautica Militare. Ebbene il nome di Icaro è stato utilizzato dalla Guardia di Finanza e dalla Procura di Asti per un’operazione “anti evasione” dai contorni a volte grotteschi (non intendo offendere nessuno, ma se nei roboanti comunicati stampa diffusi a tutte le agenzie per “sbattere gli evasori in prima pagina” si illustra un’operazione di sequestro di aeromobili per una decina di milioni di euro e poi si mette la foto di due finanzieri che “fanno finta di sequestrare” un P92, il tutto assume aspetti grotteschi). Operazione che, come le tre precedenti, alcune addirittura a carico degli stessi velivoli, è destinata a finire nel nulla, o meglio nell’archiviazione, non sussistendo le ipotesi di reato. Dedichiamo su questo numero un articolo tecnico a questa bruttissima storia, ma vi invito a leggere subito a pag. 8 la lettera amara inviataci da Manuel Lanata, proprietario con il fratello di un Cirrus con marche N, e per la seconda volta finito in un’inchiesta dalla quale già era uscito leccandosi le ferite: vita sconvolta con perquisizioni al mattino presto anche nelle camere dei suoi bambini, come se fosse un criminale, spese di avvocati, e soprattutto un clamore mediatico che ha fatto sì che il suo lavoro (è un importante professionista) ne risentisse pesantemente, con clienti spariti perché non volevano aver a che fare con un presunto contrabbandiere.
Danni dei quali nessuno risponde e che lasciano nei cittadini che rispettano le leggi un senso di profonda impotenza e frustrazione. Danni che alla fine vanno a ripercuotersi sull’intero nostro settore che, a differenza di quanto accade in altri stati europei, è continuamente bersaglio di azioni che sembrano volerlo azzerare. Un altro esempio? Sappiate che da quando Mario Monti, il peggior Presidente del Consiglio degli ultimi anni (opinione personale, che siete liberissimi di non approvare), ebbe la demenziale idea di tassare barche e aerei, indicatori di “ricchezza”, i risultati sono stati in un caso l’azzeramento del mercato della nautica e dell’intero indotto, con un danno non più recuperabile che vale migliaia di volte gli introiti della folle tassazione che ha spedito migliaia di barche all’estero; nell’altro un vero e proprio calvario di inchieste, soprusi e vessazioni. Dovete infatti sapere che oltre alla folle tassa sul lusso per gli aeromobili (non pagata da quelli davvero di lusso che sono tutti beni strumentali di grosse società), fu stabilita una incredibile gabella, di sapore medievale, di 100 euro per ogni passeggero di aerotaxi. Follia, che ha penalizzato unicamente le nostre società di aerotaxi rispetto a quelle europee. Ebbene sappiate che i 100 euro a passeggero a volte sono indebitamente richiesti con tanto di verbali e multe della Guardia di Finanza anche per i voli turistici, semplicemente andando negli aeroporti a registrare i nomi dei passeggeri a bordo anche di velivoli privati! Il problema è che per contestare il tutto bisogna andare da un avvocato, pagarlo e iniziare un iter che rovina la vita e che spesso non conviene neanche avviare se si tratta della contestazione per due passeggeri (200 euro, che con more e multe diventano 4 o 500). Ma se, come accaduto recentemente a una scuola di volo (scuola di volo, diamine! Non aerotaxi!) arrivano verbali anche di 3000 euro allora muoversi è inevitabile e lo si fa con il fegato marcio.
Ma torniamo all’Operazione Icaro: ci si chiede cosa ci sia dietro a un simile accanimento, essendo ormai quattro i procedimenti avviati per la stessa pesantissima ipotesi di reato, tutti e quattro finiti con l’archiviazione e con il Riesame che sfascia tutto l’impianto accusatorio perché semplicemente l’ipotesi di reato non sussiste. E aggiungo che Riesame e Procura sono nello stesso Tribunale, a volte piccolo come quello di Asti, i giudici si conoscono, e ogni volta i giudici del Riesame sconfessano le Procure pesantemente e nel merito, cosa indubbiamente poco gradevole per chi ha avviato le inchieste. In pratica il Riesame ha ripetutamente detto alle procure (e alla GdF) “Ma che avete fatto? Bastava leggere i documenti e le normative”. Questa volta, però, qualcosa si sta muovendo: non è possibile continuare a essere il bersaglio della giustizia (ed essere sbattuti come delinquenti sui media nazionali, con i danni che Manuel Lanata ha perfettamente spiegato) per motivi inesistenti, andando incontro a ingenti spese legali, avendo la vita sconvolta, per aver semplicemente operato nel rispetto delle leggi italiane ed europee. Sappiamo che in molti si stanno attivando perché sia posta la parola fine a una serie di indagini che al momento si sono risolte unicamente in milioni di euro spesi dall’erario, cioè da tutti noi. Indagini (e clamore mediatico) che, lo scrivo davvero con amarezza, evidentemente giovano a qualcuno.
Rodolfo Biancorosso
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