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Autore Topic: privatizzazioni  (Letto 442 volte)
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Crono
Ragazzaccio
Super forumista
*****
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« il: 03 Febbraio 2011, 12:15:02 »

si e' sempre fatto un gran parlare delle privatizzazioni come una panacea a tutti i mali statalisti ed economici, come un metodo per fare soldi alla svelta per uno stato sempre alla canna del gas, e sostanzialmente come un atto liberalistico e quindi necessario secondo i liberalisti.

dall'altro lato esse vengono viste come uno smantellamento dello stato sociale, come macelleria sociale, come un regalo al vile padrone capitalista, e quant'altro che tutti sanno bene dai nostri amici socialisti

storicamente le privatizzazioni si sono rivelate dei fallimenti, spesso delle truffe di stato, e quasi sempre non hanno portato alcun vantaggio agli stati o alle popolazioni, anzi hanno in genere causato grosse perdite economiche per i portafogli del contribuente, e ovviamente la sinistra cavalca alla grande questa realta' storica, per provare che a occuparsi di certe cose deve e puo' essere solo lo stato. cioe' loro, in genere.

ma come al solito, grazie alla disinformazione e alla superficialita' di una stampa che ha cessato di fare informazione da decadi, la realta' sta altrove.


le "privatizzazioni" in genere colpiscono organizzazioni o strutture totalmente decotte, sovraffollate e per giunta sovraffollate di di amici e parenti dei deputati e ministri messi li per merito politico, sottocapitalizzate e con debiti enormi, con inefficienze croniche e macroscopiche, e che esistono grazie solo a pesanti distorsioni del mercato operate tramite leggi ad hoc, monopoli, o sostanziale proibizione per il libero mercato di occuparsi della specifica cosa. o operano avendo come cliente unicamente lo stato.

e' ovvio che quando lo stato decide di mettere sul mercato simili organizzazioni, esse spesso sono appetibili all'investitore solo se esse sono accompagnate dai monopoli o dalle normative che ne permettono l'esistenza e senza le quali esse cesserebbero di aver motivo di esistere.

e' quindi chiaro, anche a un esame molto superficiale, che i guasti e costi generati da queste situazioni esistono esclusivamente per colpa delle distorsioni del mercato imposte dallo stato.

uno stato inetto e inefficiente quindi, dopo decadi di malgestione di una attivita del quale non si sarebbe mai dovuto occupare, e dopo averla trasformata  in un incubo burocratico ipersindacalizzato, sull'onda del "neoliberismo" cerca di sbarazzarsene ma sempre in maniera inetta e inefficiente, e spesso senza aprire il settore al libero mercato, mantenendo in piedi monopoli e distorsioni.

un esempio tipico e' alitalia o le ferrovie. ovunque lo stato abbia cercato di liberarsi delle ferrovie il tutto si e' trasformato in un incubo colossale, sempre grazie alla inettitudine e ignoranza di politici e amministratori senza neanche una pallida idea di come si gestisce una azienda, men che meno di come metterla sul mercato con successo.

un'altro esempio di monopolio artificiale, inutile, costoso e inefficiente e' il controllo del traffico aereo. se domattina ENAV sparisse, possibilmente portandosi dietro quell'altro inutile burosauro che e' ENAC, le compagnie aeree ci metterebbero due giorni a mettere in piedi un sistema alternativo assai piu' efficiente, sicuro ed economico. basterebbe che lo stato si limitasse a imporre poche e semplici regole per evitare la emarginazione della AG e delle compagnie minori. basterebbe veramente solo questo, come del resto accade in tutto  il resto del mercato.

se lo stato decidesse che deve occuparsi di yogurt, nel giro di poco tempo ci sarebbe solo un tipo di yogurt, farebbe schifo e ce ne sarebbe pochissimo, prodotto da una megafabbrica con 200mila dipendenti con almeno 20 sindacati del settore.

quindi attenzione. le privatizzazioni quasi mai sono tali, ma sono solo manovre politiche per regalare all'amico una attivita' fino al giorno prima gestita a spese del contribuente. in effetti il nome e' azzeccatissimo, perche' trasformano in interesse privato un bene pubblico, vedere al proposito il caso delle societa' di gestione aeroportuale.

si dovrebbero invece operare vere liberalizzazioni, aprendo al libero mercato e alla libera concorrenza, non regalando un monopolio di stato a qualche amico e parente.




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